analisi
SWOT |
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Traduzione:
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dall’inglese:
Strenghts (punti di forza), Weakenesses (punti di debolezza),
Opportunities (oportunità), Threaths (minacce) |
In che
cosa consiste: |
tecnica
di supporto alla definizione delle strategie aziendali che tiene conto del
contesto e delle caratteristiche competitive dell’azienda |
A che
cosa serve: |
per
prendere coscienza dello stato e della evoluzione dello scenario esterno
per cogliere le opportunità e mettersi al riparo dalle minacce e
individuare dove concentrare gli sforzi per far leva sui punti di forza e
rafforzare i punti di debolezza per competere efficacemente |
Quando
si usa: |
quando
si ipotizzano diversi sviluppi (alternativi) del contesto competitivo e si
deve decidere dove orientare le risorse (scarse) per conseguire gli
obiettivi con la massima probabilità di successo |
Come
funziona: |
si
lavora per fasi: -
individuazione
del/dei business da analizzare -
ricerca a
tavolino su dati reperibili -
lavoro di
gruppo per valutare scenari e verificare i potenziali aziendali e creare
consenso al cambiamento -
si riepiloga il
tutto su una matrice che incrocia i 4 fattori analizzati -
si pianificano
le iniziative di rafforzamento da intrapprendere in rapporto alla
rilevanza e all’urgenza |
Accorgimenti:
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il
nostro Studio raccomanda di considerare fra le minacce anche i
“vincoli” che comunque limitano le scelte; e di estendere la
valutazione dei punti forti e deboli anche dei concorrenti significativi |
BRAINSTORMING |
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Traduzione: |
dall’inglese: tempesta del/dei
cervello/i |
In che cosa consiste: |
gruppo creativo di solito
occasionale composto da persone non troppo implicate con il problema |
A che cosa serve: |
per individuare strade o
alternative svincolandosi dai paradigmi del consueto |
Quando si usa: |
quando si cercano soluzioni
originali (es. il nome di un prodotto, nuove strade ecc.) |
Come funziona: |
si
lavora per fasi: -
Si presenta il tema e ognuno genera idee
libere sapendo che tutte sono utili (registrate) e che ogni critica è
abolita -
Si procede in un secondo tempo per una
selezione (valutazione) critica fino a condividere l’idea vincente |
Accorgimenti: |
evitare forme direttive,
incoraggiare il pensiero libero (laterale), è utile il clima del gioco
(serio), tenere distinte le fasi valutative, non correre alle conclusioni |
Per saperne di più: |
E. De Bono: “SERIOUS
CREATIVITY” |
DIAGRAMMA
CAUSA EFFETTO (Ishikawa o "a lisca di pesce") |
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In che cosa consiste: |
Strumento ideato dal giapponese Kauru Ishikawa nel 1943, detto "a
lisca di pesce" per la particolare configurazione che assume quando
è completata la compilazione grafica, il diagramma di causa effetto può
essere inteso sia come mezzo per la rappresentazione sintetica delle cause
di un problema, sia come metodo per l'individuazione delle cause stesse e
quindi delle soluzioni del problema. |
A che cosa serve: |
·
a configurare il problema
e ricercarne le cause ·
ad evidenziare le relazioni tra il fenomeno e i fattori che lo
producono e quindi chiarire la struttura del problema ·
a stabilire dove concentrare l'attenzione e quindi motivare le persone
che devono intervenire |
Quando si usa: |
Quando si deve far emergere sistematicamente le cause all'origine di
un effetto/problema |
Come si costruisce: |
1.
Scrivere l'effetto (problema) che si vuole considerare sulla destra
indicandolo con una freccia principale 2.
Scrivere le "cause principali" (di solito 4 categorie
principali), collegate con una freccia alla freccia principale 3.
Elencare le cause utilizzando il metodo "passo - passo"([1]
) o il metodo "brainstorming"([2])
Nel primo caso si parte dalla costruzione dell'asse principale del
diagramma di causa effetto e si aggiungono via via le cause derivate; nel
secondo si annotano su una tabella tutte le cause trovate e si
costruiscono quindi dei legami di relazione 4.
Controllare il diagramma per eliminare le cause ripetute ed
evidenziare le cause radice che
divengono l'oggetto principale di attenzione |
Accorgimenti: |
Il diagramma di causa-effetto è un valido strumento di presentazione
del problema. Come metodo per la ricerca delle soluzioni di un problema,
invece, non sempre risulta efficace. Il rischio può in effetti essere
costituito dalla eccessiva formalizzazione del processo che porta ad
analizzare cause ritenute già in partenza ininfluenti. |
Per saperne di più: |
-
K. Ishikawa, 1985; -
K. R. Bhote, 1992; -
K. Ozeki, T. Asaka, 1992, pagg. 133-140. |
[1] si evidenziano le cause partendo da quelle ritenute come principali, alle quali vengono quindi collegate cause secondarie, proseguendo fino all'identificazione delle "cause di fondo"
[2] viene elaborata una lista di cause tra loro disaggregate che verranno successivamente ordinate all'interno delle categorie principali
FLOW
CHART |
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Traduzione: |
dall’inglese: diagramma di flusso |
In che cosa consiste: |
rappresentazione grafica delle
operazioni relative ad un determinato processo |
A che cosa serve: |
-
a descrivere il processo di lavoro nelle sue varie fasi e sedi di
intervento -
a fornire informazioni sulle criticità del processo -
a sviluppare modifiche utili al miglioramento del processo -
ad identificare come, quando e dove impostare misurazioni utili al
reperimento di eventuali informazioni -
a ri-progettare il processo |
Quando si usa: |
a scopo manualistico o quando si
intendono analizzare le opportunità di miglioramento di un processo |
Come funziona: |
Principali simboli utilizzati: rettangoli, rombi, linee e frecce. I rettangoli rappresentano un
singolo passo del processo (simbolo di attività), i rombi rappresentano
una decisione o una biforcazione del processo, le linee i legami fra gli
elementi logici, le frecce il verso ove procedono i passi della sequenza. Tipi di diagramma di flusso: a)
a
blocchi
di livello generale che mostra nell'insieme il flusso del processo b)
l'utilizzo di simboli grafici
consente una più dettagliata descrizione della sequenza di passi
necessari per portare a termine ciascun compito specificato nel diagramma
generale c)
il flusso di processi può
essere descritto in forma meno simbolica ma più ricca di note
esemplificanti i passaggi e contenuti |
Accorgimenti: |
Costruire un diagramma di flusso generale prima di costruirne uno
dettagliato; dare titolo e data al diagramma; definire i confini del
processo (evidenziare INPUT e OUTPUT); elencare in sequenza tutti i
passaggi e tutte le attività presenti nel processo; evidenziare chi
svolge le varie attività; accertare la precisione e completezza del
diagramma di flusso prima di analizzarlo. |
Per saperne di più: |
-
J. E. Bingham, G. W. Davies, 1978, pagg. 57-65. |
DIAGRAMMA
DI GANTT |
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In che cosa consiste: |
Il diagramma di Gantt prende il
nome dal suo ideatore H.L. Gantt, un ingegnere industriale statunitense
che lo introdusse nei primi anni del 1900. E' un tipo di grafico a barre
orizzontali che mette in evidenza le relazioni temporali fra le varie fasi
che costituiscono un progetto. |
A che cosa serve: |
E' uno strumento utile per
l'analisi e la pianificazione di progetti complessi. E' utile anche per
confrontare i tempi previsti per l'esecuzione di un determinato progetto,
con i tempi realmente impiegati, per gestirne opportunamente
l'avanzamento. |
Quando si usa: |
Quando si deve programmare e tenere
sotto controllo per fasi temporizzate un progetto complesso. |
Come funziona: |
Vanno innanzitutto elencate le
varie fasi necessarie per completare un progetto e stimato il tempo
necessario per portarle a termine. |
Accorgimenti: |
quando viene utilizzato per
verificare l'avanzamento (progress control) è opportuno anticipare la lettura delle fasi per consentire, ove occorra, di
effettuare interventi correttivi
tempestivi. |
Per saperne di più: |
DIAGRAMMA
DI PARETO |
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In che cosa consiste: |
tecnica che consente di
identificare i più importanti problemi da risolvere |
Su cosa si basa: |
sul principio, evidenziato
dall'economista Wilfredo Pareto, secondo il quale l'80% delle conseguenze
è determinato dal 20% delle cause |
A che cosa serve: |
Ÿ
Per individuare le priorità dei problemi Ÿ
Per identificare le cause che determinano i maggiori problemi e quindi
indicare la priorità degli interventi Ÿ
Per verificare l'efficacia di un intervento di miglioramento |
Quando si usa: |
§
per definire una strategia di intervento
migliorativo §
per presentare una situazione di cause
conseguenze anche a non specialisti |
Come funziona: |
si
lavora per fasi: Ÿ
si definiscono le categorie da utilizzare per la suddivisione dei dati
da raccogliere e ad ogni categoria si attribuisce il numero di problemi
che ha causato Ÿ
si calcola la percentuale sul totale per ogni categoria Ÿ
si organizza una tabella elencando le categorie in ordine decrescente
rispetto al loro valore percentuale Ÿ
si calcola la percentuale cumulativa sul totale per ogni categoria Ÿ
si costruisce un grafico composto da un diagramma a barre e una curva:
l'asse verticale sinistro, su cui si costruisce il diagramma a barre,
riporta la variabile in valore assoluto, quello destro, utilizzato per la
linea spezzata, riporta invece i valori in percentuale cumulata; nell'asse
orizzontale si indicano le categorie ordinate secondo la tabella. Ÿ
sulla linea spezzata si individua il punto corrispondente all'80%
sulla verticale destra per intercettare nell'asse orizzontale il punto che
divide, a destra il 20% di fattori essenziali e a sinistra l'80% di
fattori secondari. In generale: quando la curva si impenna gli elementi
sono molto importanti, quando si appiattisce ci troviamo di fronte ad
elementi poco rilevanti. |
Accorgimenti: |
per evitare letture distorte del grafico occorre chiarire che tipo di
dati sono stati considerati (numero, valore monetario…) e come sono
stati configurati (cifra assoluta, percentuale…) |
Per saperne di più: |
·
K. Ishikawa, 1985; ·
K. R. Bhote, 1992; ·
K. Ozeki, T. Asaka, 1992, pagg. 125-132 |
PDCA
(Plan, Do, Check, Act) o "ruota di Deming" |
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Traduzione: |
P,
PLAN: Pianificare D,
DO : fare, mettere in atto gli interventi
studiati C,
CHEK: verificare l’esito delle azioni A,
ACT: standardizzare ovvero applicare su
grande scala. La
rappresentazione schematica in quattro settori circolari ha dato al metodo
il nome dedicato ad Edwards Deming, che nel 1946 introdusse in Giappone il
controllo di qualità. |
In che cosa consiste: |
La
fase di Plan consiste nell’identificare il problema, nell’analizzarlo,
nell’individuare le cause reali, nel definire e pianificare le azioni
correttive. Il problem setting appartiene a questa fase. La
fase di Do consiste nel preparare e applicare le azioni pianificate, a
livello di test. Il problem solving appartiene a questa fase. La
fase di Check consiste nel verificare i risultati delle azioni intraprese,
confrontandoli con gli obiettivi attesi. La
fase di Act consiste nello standardizzare e consolidare se il check è
stato positivo, introducendo le modifiche nel ciclo produttivo, oppure nel
preparare un nuovo ciclo PDCA se il check ha rilevato nuovi problemi o
inconvenienti. |
A che cosa serve: |
ad affrontare in modo sistematico i
problemi e a conseguire obiettivi in modo dinamico, intervenendo cioè per
correggere e migliorare progressivamente i risultati |
Quando si usa: |
quando si vogliono
responsabilizzare le persone al conseguimento di obiettivi ma stimolando
contemporaneamente il loro impegno a superarli continuamente |
Come funziona: |
segue le regole della direzione
per obiettivi (MBO) |
Accorgimenti: |
preferire il metodo del lavoro di gruppo coinvolgendo tutte le persone
che possono conoscere il problema e influire sulla sua soluzione |